Cultura

L’assessore crede in Allah

Storia di Bou Konate, musulmano con poltrona. Ingegnere, titolare dei Lavori pubblici, è il politico più amato (e osservato) dai suoi concittadini di Monfalcone.

di Luca Razza

Lui si chiama Bou Konate. Ha 38 anni, una laurea in ingegneria ed è felicemente sposato, con tre figli. In Italia dal 1984, con borse di studio italiane e canadesi, lavora come tecnico responsabile per una azienda leader del settore ambientale. Ciò che spicca nella storia di questo immigrato particolare è il fatto che l?ingegner Konate, senegalese di fede musulmana, dalla scorsa primavera riveste anche la carica di assessore ai Lavori pubblici (con delega su patrimonio e informatica) per ilComune di Monfalcone che, con i suoi 25mila abitanti e una radicata tradizione nella cantieristica navale, rappresenta uno dei polmoni dell?economia del Friuli Venezia Giulia. Vita: Signor Konate, in questo momento lei rappresenta un caso davvero atipico: assessore di un Comune importante, senegalese di nascita, musulmano di fede. Si sente sotto la lente dei suoi concittadini, specie dopo l?11 settembre? Bou Konate: Non direi. No, i monfalconesi sono persone mentalmente molto aperte. L?effetto 11 settembre è stato molto cannibalizzato dai media. Un po? di timore generale, nell?aria, c?è. Ma chi prima mi salutava per la strada, mi saluta anche oggi. Chi veniva in municipio a fare ore di anticamera magari solo per dirmi «Bravo Konate, crediamo in lei», oppure «Sappiamo che farà il bene della comunità perché non è un politico locale o di parte», lo fa ancora. Piuttosto un senso di paura lo avverto in una parte della comunità islamica che mal digerisce l?aut aut con cui Bush ha troppo semplicisticamente diviso il mondo fra chi è terrorista e chi no. Vita: Anche lei condivide questa paura? Konate: Non voglio discutere la crudeltà e la ferocia degli attentati negli States, che ovviamente condanno. L?Islam ha però un?anima molto complessa. E voler dividere il mondo nuovamente in due parti così nette è una scelta che non condivido. Queste fratture non favoriranno il dialogo fra il Nord e il Sud del mondo. Un dialogo che le ong, nel recente vertice sul razzismo di Durban, avevano ad esempio aperto. L?11 settembre lo ha invece stroncato. Ora il pericolo è che l?orologio della storia torni paurosamente indietro. Vita: Cosa pensa delle affermazioni dell?imam di Torino, ?morbide? su Bin Laden? Konate: Non so nemmeno cosa abbia detto e, francamente, non mi interessa. Inoltre è fondamentale distinguere fra Islam e mondo cattolico, sulle sue strutture e sovrastrutture. L?imam non corrisponde ad alcuna carica religiosa. L?imam guida i musulmani nella preghiera e la sua funzione si esaurisce qui. Se poi fa delle affermazioni fuori da questa sede, sono affermazioni personali che non collimano con la voce di una comunità islamica, grande o piccola che sia. Vita: Lei è un musulmano praticante? Konate: Certo, ma non ho un centro islamico di riferimento fisso. Frequento il centro culturale di Trieste o quello di Udine, a seconda degli impegni, senza settarismi, come tutti i musulmani che conosco. Vita: Torniamo a Monfalcone: lei è assessore da pochi mesi, ma il suo gradimento appare elevatissimo. Se lo spiega? Konate: Ritengo che sia un fatto di responsabilità assunte e di fiducia reciproca. Vede, io non ho accettato la carica per un assessorato opportunistico, folcloristico o inadatto per me. Se mi fosse stato chiesto di seguire l?assessorato ai Servizi sociali avrei sicuramente rinunciato. In questa giunta comunale sono stato invece chiamato per ricoprire un ruolo tecnico, sicuramente gravoso, ma in linea con la mia formazione professionale. Inoltre ho espresso un programma chiaro, che si prefigge di intervenire su tre diversi livelli e tempi (gestione e mantenimento ambientale, infrastrutture, arredo urbano) e sempre sensibilizzando e rendendo compartecipi della vita amministrativa i cittadini e le realtà sociali. Vita: Entrare nell?agone politico era un suo obiettivo? Konate: Quando sono arrivato in Italia non avrei mai pensato che un giorno avrei ricoperto una carica istituzionale. Ritengo però che una autentica integrazione degli extracomunitari, in qualsiasi territorio, passi attraverso la crescita professionale e la scalata verso traguardi sociali sempre più importanti. In Italia, in questo senso, forse è ancora troppo forte un certo modo di pensare, anche politico e legislativo, che vuole gli extracomunitari ghettizzati nelle fabbriche o solo in mestieri umili. Vita: Cosa vede nel futuro della sua carriera politica? Konate: Futuro? Già il presente di assessore assorbe molte delle mie energie… Anche il mio lavoro ha dovuto essere ripianificato. No, non credo a un mio futuro in politica, soprattutto perché ho un carattere trasparente e poco incline ai compromessi. Caratteristiche che con la politica non vanno d?accordo. Vita: I monfalconesi la amano. Gli extracomunitari come la vedono invece nei panni del politico? Konate: Per ora sono entusiasti del mio ruolo. Quelli meno fortunati di me intravedono che la possibilità di migliorarsi e di contare nella società esiste. Altri invece guardano alla mia carica come un momento di responsabilizzazione per tutta la componente immigrata e avvertono che la condotta magari non integerrima di alcuni di loro potrebbe solamente nuocere a questo processo di integrazione sociale. Si sentono ?osservati speciali? loro, come ovviamente anche il sottoscritto. Scomodo, ma è giusto così. L?integrazione e la parità sociale passano attraverso dei traguardi. Da raggiungere.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA